Un tavolo per due: politici e imprenditori del gioco, insieme contro i rischi da azzardo.

È il sindaco di un piccolo Comune dell’aretino (Laterina Pergine Valdarno, 6.600 anime) ma è nota soprattutto per essersi impegnata sui problemi legati al gioco d’azzardo fino a diventare delegata per l’Anci della Toscana proprio per queste tematiche. E proprio per questo impegno, a fine marzo Simona Neri ha ricevuto un premio che le è stato consegnato nella sala Zuccari del Senato il Gran premio internazionale di Venezia Leone d’Oro, che dal 1947 viene assegnato “a chi contribuisce alla crescita del Paese”.
Era, naturalmente, tra gli organizzatori e i padroni di casa della giornata fiorentina dedicata al gioco. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Simona Neri, Delegata Anci Toscana per il gioco d’azzardo

Oggi il focus si sta spostando dalla cura della ludopatia alla sua prevenzione. I progetti non mancano, ma a chi tocca farsene carico?
Rispetto a prima, l’attenzione si sta spostando dal dato economico relativo all’introito e alla spesa, al dato sociale, dal numero di giocatori in crescita alle ripercussioni. Il vero tema è che la liberalizzazione, la legalizzazione di questo settore, purtroppo ha portato a creare delle vittime che possono essere soltanto curate. Quindi l’obiettivo finale non è più tanto quello di continuare a investire su politiche di cura, ma soprattutto di valorizzare la prevenzione nelle scuole, sensibilizzando il terzo settore e il mondo dell’associazionismo, che da tempo è molto presente e ci aiuta sia per il reinserimento sociale del giocatore patologico, sia per approfondire alcuni temi che sono legati alla presenza della criminalità organizzata e alle sue infiltrazioni in un settore così particolare.

Prevenzione fa rima con informazione. Come Anci avete avuto un ruolo importante proprio nella necessaria formazione professionale di quanti commercializzano i prodotti del gioco. Tutto pronto?
La formazione per gli esercenti e gli operatori di gioco è obbligatoria grazie a una legge che elaborata dall’Anci e poi divenuta operativa a partire da gennaio del 2018. Purtroppo, manca ad oggi un regolamento attuativo. Spetta quindi agli assessorati regionali, Cultura, Istruzione e Sanità, con la disponibilità dell’Anci, procedere quanto prima alla creazione di un regolamento che porti la Toscana al livello di quanto già avviene in Lombardia e in Emilia Romagna attraverso la formazione obbligatoria.

Tralasciato l’obbligo, si può dire che esista una disponibilità da parte degli operatori a farsi formare e quindi ad assumere un ruolo diverso?
Si, anche perché frequentando il gruppo di lavoro della Confesercenti ho spesso modo di incontrare quanti lavorano in questo settore, come esercenti, tabaccai o baristi, tutti sempre preoccupati da quanto le slot installate nel locale possano creare problemi. Sia con la criminalità per via dei furti, sia con alcuni utenti. Non mancano episodi di violenze subite da parte di utenti che non volevano allontanarsi dalla macchinetta neanche nell’orario di chiusura, oppure richieste di finanziamenti e prestiti. Questo è un tema di grande interesse sociale e si devono allertare proprio gli operatori su tutti i pericoli che corrono assumendo una licenza di questo tipo. Ma soprattutto a riconoscere il momento in cui il gioco diventa problematico e poi patologico. I gestori delle attività rappresentano il primo controllo e il primo interlocutore ricoprendo un ruolo fondamentale.

Nelle attività di contrasto al gioco patologico, sia a livello normativo che pratico, sembra esserci una difficoltà evidente nel mettere al tavolo operatori, regolatori e associazioni. È vero? E in Toscana come è stata gestita questa problematica?
Possiamo certamente dire che in Regione con le associazioni di categoria abbiamo fatto un buon lavoro approvando una legge regionale innovativa. Ma questo ovviamente è avvenuto anche con la collaborazione degli operatori del gioco, regolarmente ascoltati in commissione Sanità. Li è nato un cammino condiviso con tutti, che ha consentito la nascita di regolamenti comunali non a caso mai impugnati o messi in discussione.

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