La posizione di Simone Feder
Simone Feder, educatore e psicologo, è coordinatore dell’area Giovani e Dipendenze della comunità Casa del Giovane di Pavia, dove è responsabile delle strutture terapeutiche. Cofondatore e coordinatore nazionale dell’associazione Movimento No Slot contro il gioco d’azzardo di massa.
Il gioco andrebbe vietato del tutto?
![](https://www.giampieromoncada.it/wp-content/uploads/2018/02/Palette-Rosso-Verde-e1680179625285.jpg)
NO! Non vietare.
Non sono un proibizionista ma dei paletti vanno posti.
Noi abbiamo quattro case da gioco che possono soddisfare la domanda. Più si circoscrive l’offerta e meglio stiamo. Credo che i casinò siano sufficienti.
![NON VIETARE](https://www.giampieromoncada.it/wp-content/uploads/2018/02/Paletta-Verde.jpg)
Ci sono giochi più pericolosi di altri? Quali?
Da addetto ai lavori (e non vorrei occuparmene perché mi occupo di disagio giovanile in altre dimensioni) vedo che i giochi più pericolosi sono le slot machine. Soprattutto per chi ha superato i 25-30 anni.
Poi ci sono altri rischi, come le criptovalute: ragazzini dal soldo facile che investono in criptovalute. È un rischio maggiore rispetto al gioco d’azzardo. C’è anche la possibilità di cambiare le criptovalute all’interno di 5mila tabaccherie in tutt’Italia.
Oggi ci vuole un wallet per avere la criptovaluta. E si può acquistare utilizzando anche una semplice carta di credito o anche entrando in una tabaccheria.
E poi il casinò on line. Dove ci sono anche le slot.
I giovani che accedono al nostro centro e chiedono aiuto si perdono nel mondo dell’on line dove si perdono nel black jack, nelle slot e nelle scommesse.
Chi dovrebbe stabilire le regole sulle attività di gioco d’azzardo?
Le norme deve stabilirle lo Stato. Che però deve ascoltare gli enti territoriali, perché la storia del fenomeno è diversa da territorio a territorio. E deve ascoltare anche le associazioni di categoria. Così come tutto il mondo del terzo settore impegnato a contrastare i problemi che dal gioco derivano.
Qual è il metodo più efficace per prevenire la ludopatia?
A parte mettere dei paletti normativi con vigilanza, bisogna investire soprattutto nel sensibilizzare all’interno delle scuole su quello che è gioco e quello che gioco non è. Quello che serve davvero è un intervento culturale.
Qual è il metodo più efficace per curare la ludopatia?
Bisogna accogliere il giocatore ma insieme ai familiari. Quindi, spesso può funzionare l’inserimento in una comunità, al pari delle dipendenze da sostanze. E in Italia c’è una struttura ben ramificata di centri ai quali ci si può rivolgere. Ma solo gli sportelli d’ascolto sul territorio sono fondamentali per intercettare i soggetti problematici.
C’è qualcosa che l’Italia dovrebbe copiare dall’estero?
Non mi sento di dire che sanno fare molto meglio di noi. Noi abbiamo una rete di risposte a questo problema che piuttosto va valorizzata. Con la Casa del giovane, portiamo avanti un nostro modello. Ma collaboriamo con altri, come i Giocatori anonimi, e vediamo che il loro metodo funziona meglio su alcuni specifici soggetti. Così come succede il contrario.
Quali sono i rischi maggiori del gioco d’azzardo?
I costi sociali dobbiamo pagarli tutti. Tanti giocatori d’azzardo non pagano l’assicurazione dell’auto, con conseguenze anche sugli altri. Inoltre, la disperazione porta anche a reati, suicidi e altri gesti di disperazione.
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