Quasi 16 milioni di euro: così i ctd Stanley fanno pace col fisco

Stanleybet chiude la partita con il fisco e paga le imposte dirette per le attività svolte in Italia tra il 2008 e il 2016, ma resta ancora aperta la partita sul prelievo sulle scommesse raccolte. Il bookmaker anglo-maltese non rivela i termini dell’accordo, ma “la Guardia di Finanza ha contestato complessivamente la sottrazione a tassazione ai fini Ires e Irap di oltre 101 milioni di euro, con elementi negativi di reddito determinati in via presuntiva e segnalati all’Ufficio finanziario competente per 15,7 milioni”, secondo quanto riporta il Sole24Ore. “Ci sono ora le condizioni per un ingresso di Stanleybet nel sistema concessorio italiano già a partire dai prossimi bandi di gara, attesi per il mese di settembre” ha commentato Giovanni Garrisi, cheef executive dell’operatore londinese, che parla anche di “ripristino della legalità. È stata una battaglia lunga e certamente aspra, ma che alla fine ha portato a una definizione condivisa, almeno sul fronte delle imposte dirette”. Nessuna novità invece sull’imposta unica sulle scommesse, questione su cui pochi mesi fa si è espressa la Corte costituzionale, affermando che “è legittimo tassare i titolari dei Centri di trasmissione dati collegati a società non autorizzate in Italia, analogamente a chi opera con la concessione statale” scrive ancora il Sole. “Ma le imposte non possono essere comunque calcolate sull’attività precedente all’entrata in vigore della norma, introdotta dalla legge di stabilità del 2011. Una vittoria per la Stanleybet su cui Garrisi ribadisce quanto già affermato nelle settimane scorse: «L’imposta unica applicata ai Ctd e a cui siamo chiamati a rispondere in solido non sono un’imposta ma una sanzione con cui lo Stato ha provato a bloccare Stanleybet sul mercato del gioco italiano». Non si esclude allora, già prima dell’estate, un rinvio dell’imposta unica davanti alla Corte di giustizia Una soluzione per il bookmaker inglese è comunque già sul tavolo di Piazza Mastai: «Le tasse già le paghiamo e dal prossimo mese di ottobre il Fisco italiano riceverà la prima dichiarazione dei redditi targata Stanleybet», ricorda Garrisi. II quale aggiunge che «se i Monopoli riconoscono a Stanleybet di poter stare sul mercato, siamo pronti a collegarci al totalizzatore e ad entrare a pieno titolo nel sistema regolatorio italiano». Ma attenzione,«nessuna sanatoria o condono per il passato», la proposta di Garrisi «è quella di affidarci totalmente ai giudici nazionali ed europei». Ma che succederà se l’amministrazione non potrà bandire le nuove gare per le scommesse senza una ratifica dell’accordo raggiungo dall’ultimo governo con le Regioni e con i sindaci? Il numero uno di Stanleybet non ha dubbi «siamo pronti già da ora a sederci al tavolo con l’amministrazione e a sottoscrivere un nuovo accordo per stare da subito sul mercato». lp/AGIMEG

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