Il gioco in classifica: cosa vogliono i cittadini. Cosa rispondono i politici.

Alla vigilia delle scorse elezioni, il Nomisma, noto centro studi di Bologna, ha divulgato una ricerca sulle priorità che gli italiani chiedono alla politica di affrontare. Agli intervistati è stato chiesto quali sono i problemi che sentono come più urgenti e gravi.

Il 2,3% ha inserito il gioco d’azzardo tra le risposte. Quindi, a considerarlo un problema di primaria importanza sembra essere una percentuale di cittadini che non coincide con l’allarme che viene descritto da molti giornali e con le dichiarazioni degli stessi politici nel corso degli ultimi anni.

Ed è proprio a due politici che ho chiesto di valutare questa notizia: l’assessore Stefano Garassino, del Comune di Genova, e l’assessore Cecilia Del Re, del Comune di Firenze. Entrambi si sono occupati di questo argomento, ma con approcci molto diversi tra loro.
E sono divergenti anche i rispettivi commenti.

Qui sotto riporto la notizia pubblicata da Agimeg.
E subito dopo, il commento dei due politici intervistati.

Agimeg del 16/02/2018 11:40

Rapporto Nomisma: non c’è il gioco tra le priorità di intervento che gli italiani chiedono alla politica.

Solo il 2,3% chiede misure a contrasto dell’azzardo.

Non c’è il gioco d’azzardo tra le priorità di intervento che gli italiani chiedono alla politica a meno di un mese dalle votazioni. È quanto emerge dal sondaggio “Il Manifesto degli Italiani. Le priorità di intervento richieste alla politica” curato da Nomisma, che ha raccolto le opinioni degli italiani realizzando una survey che ha coinvolto un ampio campione della popolazione (1.800 interviste).

Quel che emerge è la centrale attenzione ai temi dell’economia e del mercato del lavoro, con particolare riferimento a disoccupazione e precariato. Le richieste che gli italiani fanno alla politica – sia nazionale (Governo) che locale (Amministrazioni regionali e comunali) – sono infatti fortemente polarizzate su queste tematiche, che da sole costituiscono il 24% delle priorità di intervento indicate come ‘assolute’. Sul fronte tasse e fiscalità, il 27,2% degli italiani sollecita azioni di contrasto all’evasione. Tale richiesta acquista maggior forza tra chi risiede al Nord, superando il 29%. Un tema notoriamente sensibile come quello della sicurezza e della giustizia vede prevalere la richiesta di un miglioramento della macchina giudiziaria (durata dei processi, certezza della pena, etc) con il 30,8%. Tra gli interventi prioritari nell’ambito giovani, non raccolgono indicazioni prioritarie rispetto ad esigenze molto più incombenti le richieste di politiche di contrasto al reato di stalking (2,8%), al gioco illegale (2,5%) e al contrabbando di sigarette e alcolici (1,7%).

La droga si conferma una tematica che raccoglie preoccupazioni (6%) e su cui gli italiani richiedono azioni di contrasto e prevenzione da parte della politica (7,6% delle citazioni). Nelle azioni di prevenzione a dipendenze ed abusi seguono l’alcol (6%) e i social network (4,8%), mentre il gioco d’azzardo rientra in misura minore tra le preoccupazioni e, conseguentemente, tra le sollecitazioni di intervento (solo il 2,3% si esprime in tal senso).
Tra gli interventi prioritari nell’ambito sanità, emerge tangibile la richiesta di un sistema sanitario più efficiente: gli italiani chiedono tempi di attesa per la prenotazione di esami medici più brevi (29%) e un aumento delle risorse ad esso destinate (24%), con strutture ospedaliere innovative e all’avanguardia (13%). Sul fondo della graduatoria: attività di sensibilizzazione sugli effetti del gioco d’azzardo patologico (2,7%), promozione e sensibilizzazione alla pratica sportiva (2,5%) e finanziamenti dei servizi per le dipendenze (1,7%). cr/AGIMEG

Il commento di:

Cecilia Del Re, Assessora allo Sviluppo economico del Comune di Firenze.

Fiorentina del 1982, avvocato del lavoro nello studio legale Del Re-Sandrucci, è stata eletta consigliera e presidente della Commissione affari generali e bilancio. 

E' entrata in giunta a inizio del 2017.

 

 

Il commento di...

Stefano Garassino, Assessore alla Sicurezza, Polizia Locale, Immigrazione e Centro Storico del Comune di Genova

49 anni, laureato in Lettere, è stato presidente della Commissione Cultura del municipio Centro Est dal 1997 al 2001 e membro della Commissione cultura della Regione Liguria. Dal 2012 è direttore del Civ Piazza della Vittoria.

“Tra gli elementi che ci hanno convinto di quanto fosse necessario intervenire, c’era anche il dato sulla spesa pro capite: 1.600 euro all’anno, considerando anche i bambini; che significa il 6% in più della media nazionale. Inoltre, il volume di gioco è aumentato dell’11,84% nel biennio 2015-2016, ovvero più del doppio di quello registrato a livello nazionale.

Se a questo aggiungiamo che nei Sert le richieste di assistenza per questa dipendenza è cresciuta del 76% in sei anni (2010-2016), è evidente che il Comune doveva necessariamente intervenire. Ma non ci siamo limitati a imporre dei limiti e incoraggiare le associazioni culturali a non installare macchine da gioco; stiamo facendo un grosso lavoro di prevenzione con incontri nelle scuole per spiegare quali sono i rischi per chi gioca d’azzardo”.

“I risultati dell’indagine di Nomisma per quel che riguarda il gioco d’azzardo mi sembrano in linea con quello che io percepisco andando in giro tra la gente. Il primo problema che mi viene segnalato non è affatto il gioco ma, piuttosto, la sicurezza. Poi c’è il lavoro e a seguire la sanità e la pulizia della città”.

“Buona parte della stampa, così come molti politici, danno al problema un risalto sproporzionato rispetto alla realtà. E fa parte di un atteggiamento diffuso che ci vede sempre abbracciare delle guerre sante monotematiche: l’alcool sta creando molti più problemi del gioco ma se ne parla molto meno. Noi abbiamo dovuto intervenire

Nel quartiere di Sanpierdarena, dove si è sempre parlato del degrado portato dalle sale giochi, abbiamo dovuto mettere un divieto di andare per la strada con delle bottiglie di alcool perché dopo una certa ora si vedevano tantissimi, soprattutto giovani, completamente ubriachi. E nelle e-mail che arrivano a me e al sindaco non ricordo di aver visto lamentele o richieste sul gioco.
Piuttosto, i tabaccai che magari hanno delle slot machine mi dicono che molti loro clienti sono giocatori. Ma nelle slot buttano il 20% della loro spesa per il gioco. Il resto lo spendono per le ricariche dei conti on line: è Internet il vero problema”.

 

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